Lo diceva anche Balzac che la saggezza consiste nel chiedersi, in ogni caso: perché? Un suggerimento che calza a pennello per la Puglia: amata, coccolata, visitata e raccontata quasi quotidianamente come culla antichissima di civiltà assortite e custode (a volte inconsapevole) delle loro testimonianze. Di questa terra si è detto quasi tutto. E tuttavia, per sua natura, continuerà a stupirci, almeno finché – invece di cercare risposte – troveremo domande. Che in queste pagine, declinate in 101 varianti, raccontano una sola storia, mai scontata, attraversando i volti della sua gente e le infinite cadenze dei suoi dialetti, la pietra delle cattedrali, dei castelli, del barocco e dei trulli, la civiltà rupestre che ha abitato le sue grotte dipinte e quella contadina delle masserie, passando per il Mediterraneo all’interno del quale questa terra si fa ponte tra culture e punto d’incontro imprescindibile tra Oriente e Occidente.
Perché qualcuno dice ancora “le Puglie”?
Perché le migliori ghiottonerie pugliesi sono nate da un errore?
Perché si dice “fuggi da Foggia”?
Perché san Nicola è diventato Babbo Natale?
Perché Lucio Dalla si innamorò delle isole Tremiti (ben prima di Gheddafi)?
Perché in Salento si parla il griko?