Da “abbacchià” a “zurugnone”, i vocaboli noti e meno noti del linguaggio popolare di Roma
Presentando una raccolta di oltre 11.000 voci, 18.000 citazioni di autori di ogni tempo, più di 7000 locuzioni e forme tipiche, frutto di un ventennio di studi, osservazioni, ricerche, questo Dizionario vuole contribuire alla conservazione e alla divulgazione di uno dei più negletti e trascurati aspetti della cultura e delle tradizioni popolari romane, sebbene costantemente presente nella nostra vita di ogni giorno. Solo sporadicamente, infatti, e in modo frammentario, il dialetto romanesco è stato oggetto di studio. Questo di Fernando Ravaro si presenta molto probabilmente come il tentativo più completo di dare una veste organica e una adeguata valorizzazione a un insostituibile patrimonio popolare. Scorrono da “abbacchià” a “zurugnone” i vocaboli noti, ma anche quelli a noi meno familiari del linguaggio di Roma: un’autentica miniera per il lettore curioso e per tutti gli amanti della Città Eterna.
«Credo che dovrebbe stare in ogni casa, come lo Zingarelli o il Devoto-Oli, per riassaporare il suono e il senso di una lingua prossima all’estinzione.»
Marco Lodoli, la Repubblica
«Questo di Fernando Ravaro è un vocabolario scritto in anni di lavoro appassionato e intelligente […]: di fatto ci si trova di fronte a un vero e proprio vocabolario, che, sessanta anni dopo quello glorioso del Chiappini, finalmente va a colmare una evidente mancanza nella saggistica romanistica. Le più di undicimila voci (precedute da preziosi cenni sulla grammatica, la fonetica, l’ortografia, la morfologia romanesche) vengono suffragate da citazioni tratte dagli autori più importanti della letteratura romanesca, e vengono completate da settemila “tra locuzioni, modi di dire, adagi, proverbi, spunti e curiosità” della cultura di Roma. [Una testimonianza] preziosa per il lettore di oggi e di domani.»
Marcello Teodonio