La tempesta • I due gentiluomini di Verona • Le allegre comari di Windsor • Misura per misura • La commedia degli errori • Molto rumore per nulla • Pene d’amor perdute • Sogno di una notte di mezza estate • Il mercante di Venezia • Come vi piace • La bisbetica domata • Tutto è bene quel che finisce bene • La dodicesima notte • Il racconto d’inverno
Introduzione di Tommaso Pisanti
Edizioni integrali
A quasi quattrocento anni dalla morte di Shakespeare, le sue commedie continuano a essere rappresentate in tutto il mondo, e conservano immutato il loro valore archetipico per il teatro moderno. Ciò vale sia per le opere in cui è il gioco di parola a tenere banco, l’intreccio della bella retorica a incantare la platea più dell’intreccio delle storie (è il caso delle commedie cosiddette “eufuistiche”: La bisbetica domata, La commedia degli errori, I due gentiluomini di Verona, Pene d’amor perdute, Sogno di una notte di mezza estate), sia per quella sorta di romance visionario e drammatico de La tempesta e per il Racconto d’inverno; per le commedie romantiche, ispirate a una ricercata leggerezza (Come vi piace, La dodicesima notte, Le allegre comari di Windsor), per i drammi a lieto fine (Tutto è bene quel che finisce bene e Misura per misura), per le opere alle quali si è addirittura associata la definizione di tragicommedie (Il mercante di Venezia e Molto rumore per nulla). C’è un filo rosso che lega questa imponente e immortale produzione, ed è quello del Genio.