L'antica storia del pensiero indiano
Lo scopo unico dei pensatori indiani è la realizzazione di sé: la logica può costituire una via alla liberazione, al pari dello studio della natura o di qualsiasi altra scienza. Il medesimo principio viene scandito in molte varianti, a partire dagli antichi documenti religioso-speculativi, i Veda e le Upanishad, sino alle produzioni più evolute delle scuole bràhmaniche, e riecheggia persino nelle correnti cultuali «eterodosse»: Il buddhismo e il giainismo. A differenza del pensiero occidentale, una preoccupazione pratica è sempre riscontrabile nelle dottrine indiane. Si ha un grande rispetto per il dubbio, lo spirito critico e la disposizione individuale alla ricerca. La conoscenza è frutto dell'intuizione. L'uomo ricerca il vero dentro di sé, non in una dottrina altrui. Solo cosi potrà risvegliarsi e troncare il vincolo che lo lega al ciclo della reincarnazione, recuperando la sua autenticità in una dimensione senza tempo.