A cura di Giovanni Antonucci
Edizioni integrali
La locandiera, rappresentata per la prima volta nel 1753 al Teatro Sant’Angelo di Venezia, è la commedia più fortunata di Goldoni, oltre che uno dei suoi capolavori, accanto a Il campiello, I rusteghi, La casa nova, Le baruffe chiozzotte. La sua protagonista, Mirandolina, esprime perfettamente l’intelligenza, l’autonomia e la consapevolezza della donna del Settecento, e una femminilità nella quale ogni epoca si è riconosciuta con sfumature diverse. Commedia della seduzione, di straordinaria modernità.
Gl’innamorati, rappresentata con successo a Venezia nel 1759, è la più bella commedia in lingua di Goldoni dopo La locandiera. Mai prima di allora Goldoni aveva indagato sull’amore con tale acutezza, senza rinunciare al comico e all’umoristico. Opera di stupefacente perfezione formale e di sottilissima indagine psicologica, è tutta risolta su un solo tema: la gelosia, gli scontri, le ripicche, le incomprensioni di Eugenia e Fulgenzio, che pure si amano profondamente e che, alla fine, si sposeranno per autonoma e reciproca scelta.
«Quei che mi corrono dietro, presto presto mi annoiano. La nobiltà non fa per me. La ricchezza la stimo e non la stimo. Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne.»